LE PIGOTTE AMBASCIATRICI DEI DIRITTI
Il Forum dei Giovani, in prima linea nel programma di attuazione del programma “Potenza
Città italiana dei giovani 2024“ apre le porte alle Pigotte, le bamboline di pezza divenute simbolo dell’UNICEF, per una battaglia a favore dei bambini.
Ogni Pigotta adottata, infatti, sostiene l’UNICEF nel suo sforzo di raggiungere un bambino in pericolo, ovunque si trovi, portando vaccini e alimenti terapeutici, costruendo pozzi, scuole e portando assistenza e soprattutto speranza
Gli studenti e le studentesse di Basilicata, i ragazzi ospiti dell’Istituto Penale di Potenza e i minori stranieri non accompagnati delle Strutture di accoglienza del territorio, hanno collaborato per riscrivere, in parole più semplici, una nuova versione della “Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza : una iniziativa promossa dal Comitato Regionale dell’UNICEF di Basilicata e, in prima linea, dalla sua Presidente Angela Granata. La trascrizione è accompagnata da una rappresentazione grafica. Un modo – ha detto la presidente dell’Unicef regionale – per lanciare dalla Basilicata un messaggio forte: aiutare soprattutto le nuove generazioni ad essere consapevoli dei loro diritti.
Non bisogna peccare di leggerezza – è stato detto nel corso dell’iniziativa presso il palazzo della cultura e del turismo di Potenza – di pensare che questi siano garantiti solo perché viviamo nel cuore dell’Europa; le ancora attuali violenze che a volte si registrano negli asili , l’impossibilità di garantire la sopravvivenza delle scuole di primo grado anche nei borghi più piccoli se non con lo strumento della pluriclasse, anche in Basilicata, la mancanza di supporto adeguato per i giovani genitori e per le giovani donne testimoniano che ancora tanto c’è da fare.
Anche e soprattutto questo, insieme al lavoro precario, alla mancanza di opportunità e all’isolamento territoriale dovuto all’arretrata rete dei trasporti, contribuisce ad alimentare la migrazione dei giovani che, combattuti, decidono di allontanarsi dai propri affetti e stabilirsi in altri territori, più accoglienti.
Oggi, per le nostre comunità, salvaguardare i diritti dei più piccoli e dei più deboli, significa porsi questi ed altri esistenziali interrogativi, impegnandosi per davvero in concreto e non posticipando ai “prossimi” la riflessione su questi temi.