La giustizia che salva
Cosa vuol dire avviare processi di riparazione laddove qualcosa, nei rapporti umani, è lacerato? E cosa ha a che fare un percorso di giustizia riparativa con l’arte del prendersi cura? Come poter essere a servizio del territorio, da credenti, a partire da queste due dimensioni?
Sono le domande che hanno sollecitato il settore Adulti dell’Azione Cattolica ad approfondire il tema insieme all’Ordine Regionale degli Assistenti Sociali di Basilicata, a metà febbraio.
All’incontro, svolto presso i locali della Caritas Diocesana in contrada Bucaletto, sono intervenuti Mons. Ligorio, Luca Micelli, Vice presidente diocesano per il Settore Adulti di Ac, Giuseppe Palo, presidente dell’Ordine Regionale degli Assistenti Sociali di Basilicata e l’assistente sociale Domenica Capobianco, esperta presso Ufficio esecuzione penale esterna di Potenza e Matera.
Micelli ha parlato di giustizia riparativa, come atteggiamento totalmente opposto a quello tradizionale centrato principalmente sul reato e sulla punizione.
Si tratta di una giustizia diversa, di carattere riparativo, appunto, cioè – restaurativa, che mira alla riconciliazione . Una giustizia intesa non già a remunerare, secondo il criterio del corrispettivo, ma, nel senso letterale del termine, a giustificare, cioè a rendere nuovamente giusti rapporti segnati da prevaricazioni, fratture, odio.
Da qui la necessità di una giustizia che sia tesa all’incontro e al recupero di relazioni lacerate dolorosamente, che vada oltre il male commesso e ricevuto, cambiando così paradigma.
Dal confronto col dott. Palo e con la dott.ssa Capobianco si è provato a ragionare sui pregiudizi che spesso i “profani” nutrono nei confronti della Casa circondariale e dei detenuti . Basterebbe, invece, investire nella bellezza per tornare a prendersi cura delle periferie esistenziali della nostra società, e il carcere è proprio una di queste.
Con questa iniziativa l’Azione Cattolica ha inteso mettersi concretamente a servizio del territorio e sposare una realtà sociale di cui, come credenti, è necessario prendersi cura. Proprio per questo ha scelto il mondo della Casa circondariale e la realtà delle persone in stato di detenzione, così da potersi attivare con iniziative concrete. E’ emerso, tra l’altro, nel corso del dibattito che sarebbe sufficiente partire da una semplice mappatura di competenze e disponibilità dei soci di Ac e di tutti coloro che abitano le nostre comunità per mettere in circolo la” bellezza del prendersi cura dell’altro”.
Mons. Ligorio ha espresso soddisfazione per l’ iniziativa che si colloca nel solco di un’ecclesiologia che pensa la comunità come protagonista della missione, per questo ha ringraziato l’Azione Cattolica per averla promossa, auspicando che si possano mettere in atto dei percorsi di prossimità quotidiana e concreta.
Luca Micelli
È possibile recuperare la registrazione dell’incontro attraverso questo link: https://www.facebook.com/azionecattolicadiocesanapz/videos/501966365472226