In cielo da Diacono
È stato diacono solo per due giorni, ma ha dato ugualmente, e in condizioni particolarmente difficili, una testimonianza profetica destinata ad incidere nella vita della comunità diocesana.
Francesco Tota, 55 anni, dirigente dell’ufficio Polfer della questura di Potenza, si è spento la notte di san Luca, il 18 ottobre: quarantotto ore dopo aver ricevuto, nella sua abitazione ai Piani del Mattino, l’ordinazione diaconale per le mani di mons. Ligorio, attorniato dalla moglie Cinzia, dai genitori, dai figli, tra cui Alessandro, frate francescano, da alcuni sacerdoti e dai compagni del corso di formazione al diaconato.
Il rito doveva tenersi, in un primo tempo, nella cappella del convento delle Clarisse in contrada Botte, perché Francesco, operatore pastorale della parrocchia di Santa Maria del Sepolcro di Potenza, era anche terziario francescano. L’aggravarsi delle condizioni generali del paziente ha suggerito una scelta meno impegnativa.
Si è spento indossando la stola che gli avevano regalato per l’occasione proprio loro, i colleghi aspiranti diaconi, che riceveranno lo stesso ordine l’anno prossimo, a conclusione del corso triennale di formazione. Per Francesco, invece, incalzato all’improvviso da una malattia fulminante e galoppante, che alla fine ha avuto il sopravvento, il Vescovo ha voluto anticipare i tempi, intercettando il desiderio dell’interessato, condiviso dalla famiglia e ritenuto opportuno anche dal presbiterio diocesano.
I testimoni parlano, ora, del neo diacono, appena ordinato, “commosso e convinto”, che come primo, e forse unico gesto pastorale, legato all’ordine appena ricevuto, ha benedetto i presenti, parlando, tra l’altro, per quel che lo riguardava, di “sovrabbondanza di grazia ricevuta”.
L’ordinazione di Francesco, di fatto malato terminale, ha assunto per la comunità cristiana il senso profetico della speranza cristiana, di testimonianza esistenziale che la morte non costituisce l’ultima parola per la persona, ma per il credente è il passaggio dalla vita terrena alla vita eterna, dove Francesco è entrato da diacono.
La camera ardente è stata allestita in Cattedrale dove l’Arcivescovo, per i funerali ha presieduto la concelebrazione, davanti al popolo i Dio che il diacono Francesco si era preparato a servire.